Nell’ultimo periodo non si fa altro che parlare di chatbot e intelligenza artificiale generativa, la tecnologia del futuro, o forse già del presente, con tutti gli entusiasmi ma anche le preoccupazioni che tipicamente accompagnano le grandi innovazioni.
Ma scopriamo insieme meglio di cosa si tratta…
L’intelligenza artificiale generativa è una forma avanzata di machine learning, e consiste in una serie di algoritmi in grado di creare nuovi contenuti tra cui testi, audio, immagini, codice e video. Questi software vengono “addestrati” utilizzando massicce quantità di dati (nell’ordine di decine di terabyte, per i più esperti di tecnologia) che poi vengono rielaborati e combinati per creare contenuti originali.
Il software parte da una richiesta dell’utente espressa tipicamente sotto forma di testo (in gergo “prompt”) e genera come risultati altro testo (text – to – text) o immagini (text – to – image) combinando i dati assorbiti durante la fase di training dando esiti che spesso risultano nuovi e creativi, sebbene nati da una rielaborazione dell’esistente.
Ora che abbiamo capito – almeno a grandi linee – cos’è l’intelligenza artificiale generativa e come funziona, indaghiamo meglio i software e le applicazioni attualmente disponibili, le loro caratteristiche e potenzialità.
Date le numerose applicazioni dell’intelligenza artificiale generativa, dalla creazione di opere d’arte alla generazione di musica, testi, immagini e video, le più grandi aziende tech come Google, Facebook, Microsoft e OpenAI stanno investendo molto in quest’area, con sistemi e applicazioni in continua evoluzione.
L’esempio forse più noto e discusso di queste applicazioni è ChatGPT, il chatbot nato dalla collaborazione tra Microsoft e OpenAI. Questo software di intelligenza artificiale generativa è in grado di produrre testi di vario genere partendo da poche indicazioni fornite dall’utente nel prompt. Tra i contenuti che possono essere generati da questo chatbot troviamo poesie, testi di canzoni, ricerche, articoli e tesi su qualsiasi argomento possibile.
Per interagire con questo chatbot intelligente, basta recarsi sul sito di ChatGPT direttamente da browser, accedere gratuitamente e iniziare una chat utilizzando la barra che compare nella schermata principale. Tuttavia, al momento questo programma non è più disponibile in Italia per motivi legati alla protezione dei dati e della privacy degli utenti (ma sempre utilizzabile simulando una connessione non dall’Italia quindi con una VPN).
Spostandoci invece su un’altra categoria di contenuti incontriamo Midjourney, la più sofisticata tra le intelligenze artificiali che creano illustrazioni. Questo programma è infatti in grado di creare immagini inedite a partire da brevi descrizioni testuali, prendendo spunto dai miliardi di immagini e testi su cui sono state addestrate e restituendo un risultato artistico originale.
Partendo dal sito web ufficiale di Midjourney, è possibile accedere a questa applicazione di intelligenza artificiale generativa attraverso l’applicazione web ufficiale o alternativamente tramite il server Discord. La piattaforma offre un periodo di prova gratuito, al termine del quale sarà possibile sottoscrivere un abbonamento secondo i diversi pacchetti offerti.
Per quanto riguarda il funzionamento di questo programma, è molto simile a quanto descritto precedentemente riguardo a ChatGPT. Infatti, una volta effettuato l’accesso basterà fornire al chatbot una breve descrizione dell’immagine che si vuole ottenere tramite la barra del prompt; a questo punto l’intelligenza artificiale generativa entrerà in azione e restituirà all’utente 4 proposte di immagini in una griglia 2×2.
Per le indicazioni da fornire nel prompt non ci sono particolari strutture o formule da seguire; naturalmente però, più le indicazioni saranno specifiche e dettagliate più sarà probabile ottenere risultati allineati a quanto desiderato.
A questo riguardo, è necessario fare una precisazione: nonostante alcuni programmi siano in grado di comprendere diverse lingue, tra cui l’italiano, la qualità dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale è notevolmente maggiore quando gli input sono scritti in lingua inglese. Questo è dovuto al fatto che i software attualmente disponibili sono di matrice americana, e pertanto sono stati addestrati prevalentemente in inglese.
Oltre ai due programmi citati qui, ne esistono molti altri come ad esempio Meta AI, Stable diffusion, Sparrow (Google)… Questi non si sono però dimostrati ad oggi all’altezza di ChatGPT per i testi e Midjourney per le immagini, ma i ritmi serrati con cui questa tecnologia sta progredendo lasciano intuire che lo scenario potrebbe cambiare notevolmente.
Queste tecnologie all’avanguardia hanno tantissime possibili applicazioni, nel business, nel design, nella ricerca scientifica o nell’editoria e ancora nel marketing, nella cybersecurity e molte altre.
In generale, l’intelligenza artificiale generativa può essere applicata in un ampio ventaglio di settori per risolvere problemi complessi e creare soluzioni innovative, può quindi dare una spinta al progresso e aprire le porte a nuove opportunità.
Allo stesso tempo, però, insieme all’entusiasmo tipico delle grandi novità, arrivano anche dubbi, preoccupazioni e riflessioni sui rischi che l’affermarsi di questa tecnologia può comportare.
Se da un lato questo è comprensibile e normale quando ci si trova davanti a quella che potrebbe essere una svolta epocale e una nuova rivoluzione tecnologica, in questo caso le preoccupazioni, gli avvertimenti e i dietro-front arrivano anche dagli stessi ideatori dei programmi, e hanno portato a petizioni, interventi legislativi e altre controversie. Andiamo a indagare un po’ più a fondo e scoprire cosa sta succedendo.
Quando parliamo dei rischi legati al diffondersi dell’intelligenza artificiale generativa una prima categoria di rischi, ma forse meno rilevante, è quella legata ai cambiamenti che il progresso tecnologico può portare nel mercato del lavoro, in termini di sostituzione dell’uomo con il bot e conseguenti aumenti del tasso di disoccupazione.
Il rischio di sostituzione è senz’altro reale, questa tecnologia infatti si è già dimostrata in grado di svolgere molti compiti, finora svolti dall’essere umano, in modo più preciso e notevolmente più veloce, rappresentando quindi una grande opportunità di cost-cutting per le imprese, e allo stesso tempo una minaccia per molti posti di lavoro. Tra i lavori “a rischio” troviamo sicuramente quelli definiti low skill, ovvero caratterizzati da compiti ripetitivi e routinari, quindi più facilmente automatizzabili, ma anche altri tipi di lavori finora considerati al sicuro come avvocati, analisti finanziari, contabili, impiegati amministrativi e così via.
Se da un lato questo dato può preoccuparci, dall’altro lato non dobbiamo dimenticare che nella storia dell’uomo le grandi rivoluzioni tecnologiche hanno sempre portato a modifiche anche importanti nel tipo di mestieri richiesti… in un mondo dinamico e in continua evoluzione come quello di oggi, le aziende sono costantemente alla ricerca di modi per ridurre i costi e migliorare la produttività, il che spesso porta all’eliminazione di alcuni posti di lavoro e alla creazione di altri. Inizialmente, quindi, mentre alcuni posti di lavoro potrebbero scomparire grazie all’AGI, altri – alcuni dei quali oggi probabilmente non possiamo neanche immaginare – verranno creati.
Al di là di questi rischi legati al mondo del lavoro, l’intelligenza artificiale generativa potrebbe essere utilizzata per scopi ben più pericolosi. Come tutte le volte che ci si trova di fronte a strumenti potenti, il rischio è che questi finiscano “nelle mani sbagliate” portando a conseguenze potenzialmente catastrofiche.
Tra i rischi che al momento paiono più concreti troviamo il rischio di aumento della disinformazione su larga scala; questi strumenti possono infatti diventare delle straordinarie macchine da fake news e propaganda, esacerbando le discriminazioni già oggi presenti e diffondendo notizie e nozioni errate. Un altro rischio importante è quello che vede questi programmi diventare protagonisti di cyber-attacchi, campagne di spam e phishing finalizzate alla sottrazione di dati.
In altri scenari più lontani – o almeno si spera – queste tecnologie potrebbero avere un ruolo nel terrorismo internazionale, o in operazioni militari, rappresentando un grande rischio per la pace e per l’umanità intera. Non mancano infine gli scenari “apocalittici” che vedono un mondo governato da robot più intelligenti dell’uomo che si ribellano e prendono il controllo del mondo. Curiosamente, o spaventosamente, tra i sostenitori di queste teorie estremiste troviamo anche Eliezer Yudkowsky, ricercatore da più di vent’anni nel campo dell’intelligenza artificiale e del machine learning.
A fronte di questi rischi e preoccupazioni, diverse forze politiche e personaggi pubblici si stanno muovendo per introdurre delle regolamentazioni e dei limiti allo sviluppo di questa tecnologia rivoluzionaria. Tra le varie iniziative spicca la lettera aperta pubblicata dal Future of Life Institute e riportata dal Financial Times che vede la firma di Elon Musk e altri 1000 tra leader e ricercatori. In questa lettera si chiede uno stop di 6 mesi allo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale avanzati come ChatGPT per dare il tempo ai legislatori di elaborare regole che possano monitorare gli sviluppi e le applicazioni di queste tecnologie.
Insomma, quello che è sicuro è che una nuova era è alle porte, gli esiti e le ripercussioni sono ancora incerti, ma da bravi ottimisti quali siamo, noi crediamo e speriamo che le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa porteranno l’uomo a fare un nuovo importante passo verso il futuro, e non vediamo l’ora di scoprirne di più!
Speriamo che questo articolo vi sia piaciuto e vi abbia aiutato a capire meglio cos’è l’intelligenza artificiale generativa, come funziona e quali sono i principali temi di discussione a riguardo. Torneremo presto con nuovi articoli su questo e altri temi attuali e interessanti, nel frattempo, andate a leggervi i nostri articoli precedenti per scoprire altre utili news&tips!